Liberiamo la politica dalla nostre paure

LIBERIAMO LA POLITICA DALLE NOSTRE PAURE
È ormai assodato che l’attuale tendenza politica in Europa, ma anche negli USA, favorisce le destre. Aldilà della pericolosa e poco contrastata crescita di movimenti estremisti para-nazisti, vediamo che l’elettorato medio si sta spostando su posizioni intransigenti per molte questioni, tacciate di “populismo” da vari commentatori.
Anche in Italia, pur considerando le nostre particolarità e stranezze, vediamo un partito che dovrebbe essere di sinistra spostarsi oggettivamente a destra e il Movimento Cinque Stelle che, per ammissione del suo stesso leader riguardo le scongiurate barricate, raccoglie consensi sì trasversali ma con forte componente “destrorsa”.
Tutto ciò è dovuto a vari fattori. Il primo è sicuramente la delusione dell’elettorato per il complessivo fallimento della sinistra nel realizzare quegli ideali di pace, benessere e uguaglianza che rivendica. È ormai assodato che quando la sinistra governa si comporta come la destra su tutte le più importanti questioni politiche, economiche, interne e internazionali.
Anche quando si impegna in battaglie per alcuni diritti civili lo fa senza convinzione e chiarezza, probabilmente perché costretta da “residui” interni di vecchia memoria e per potersi ancora situare in una parte del panorama politico, che però sempre meno elettori le riconoscono.
La non chiarezza si conferma anche osservando che le politiche della sinistra si risolvono sempre e invariabilmente in favore di qualche lobby: vuoi tecnologico-farmaceutica a cui si permette sperimentare e praticare con sempre meno freni vari tipi di manomissioni sulla vita, vuoi bancario-assicurativa a cui si devolvono sempre più sovranità e pertinenze che dovrebbero essere di uno Stato di Diritto dalla parte dei cittadini, vuoi privata su sanità, energia e servizi, vuoi mediatica ormai diventata, purtroppo, l’unica fonte di “cultura” e informazione dopo il fallimento della scuola, vuoi imprenditoriale multinazionale a cui “si dedicano” riforme del lavoro con sempre meno diritti per il lavoratore, mentre si continua a dissanguare l’economia nazionale con insopportabile tassazione, per non parlare dell’acquiescenza a trattati prossimi venturi che ci renderanno schiavi delle multinazionali con sempre più danni per la piccola e media impresa, già demolita dal trasversale “partito delle tasse”, su cui si dovrebbe reggere l’economia nazionale e via dicendo.
Chi osa opporsi a questa politica a favore delle lobby private viene anch'esso tacciato, al pari delle destre xenofobe e intolleranti, di “populismo”, termine con cui si cerca di accomunare tutto ciò che è contrario al sistema, da qualunque parte politica sembri provenire, anche se post-ideologica.
La non chiarezza della sinistra nel difendere alcuni valori che potrebbero appartenerle, parlo certo di una sinistra moderata non più riconducibile al comunismo, fa sì che alcune sacrosante istanze siano apparentemente cavalcate da una destra in ascesa, mischiate a pulsioni che più tradizionalmente le appartengono. Ecco allora che vediamo una destra protezionista a prima vista contro le multinazionali e l’immigrazione, che però non contrasta veramente rifiutando guerre, interventi armati “umanitari” e traffici di armi, e una sinistra che sembra più aperta e umanista, ma senza una vera proposta politica di cosa fare dei profughi e con politiche di “integrazione” lassiste e fallimentari.
Il quadro in cui si osservano queste confusioni è caratterizzato da sempre maggiori perdite di sovranità per lo Stato di Diritto in favore di organismi internazionali privati. Se aggiungiamo all’equazione l’azione dei media tendente a distorcere la realtà accentuando l’importanza di alcuni problemi per instillare paura (immigrazione) senza però illustrarne tutte le sfaccettature e responsabilità, ecco che capiamo come sia possibile che sempre più elettori della “vecchia, saggia e pacifica” Europa si trovino a reclamare sicurezze e chiusure che tanto ricordano altri periodi storici sfociati poi negli orrori del secolo scorso.
I problemi qui descritti e l’azione delle lobby favoriscono un elettorato insicuro e dominato dalla paura, che su alcune istanze può sembrare contrario al sistema dei poteri forti che stanno strangolando economia, lavoro e vita civile, ma che, proprio per l’insita paura mista a collera e disinformazione, ha una caratteristica tendente a dare risposte intransigenti, intolleranti e massimaliste, ideali per essere cavalcate dall’uomo forte e autoritario di turno che certo non potrebbe sopravvivere se non appoggiato, più o meno nascostamente, dallo stesso sistema che ha creato quei problemi di cui lui però non potrà mai essere la soluzione.
Dobbiamo capire che ci troviamo in un periodo storico cruciale.
I più alti ideali dell’Occidente libero e democratico si stanno sciogliendo nello scoraggiamento, nella paura, nella collera e nella disinformazione veicolata dalla politica e dai media, questi sì populisti, di una fetta sempre più grande della popolazione.
Le lobby mondiali, finanziaria in testa, controllano la maggior parte delle caste politiche occidentali e all'orizzonte appaiono sempre più perdite di libertà, sovranità, diritti e da vari trattati che daranno sempre più potere alle multinazionali, che sarà difficile contrastare anche legalmente.
Liberiamoci della paura, costruendo un nuovo movimento politico che partendo dalla Costituzione e dai Diritti Umani rivendichi quei valori che dovrebbero appartenere a tutti i cittadini di un moderno Stato di Diritto.
Se non lo faremo ora sarà troppo tardi, le maglie del sistema oligarchico-tecnologico-finanziario si stanno stringendo velocemente.

Massimo Franceschini
(qui l’articolo originale)

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